I battiti dell'amore (Italian Edition) by Jewel E. Ann

I battiti dell'amore (Italian Edition) by Jewel E. Ann

autore:Jewel E. Ann [Ann, Jewel E.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2019-04-29T16:00:00+00:00


Flint

«Io vado. Ho chiamato gli Hamilton. Per qualsiasi emergenza li trovi in casa. Oggi non si muovono».

Harrison inserisce il cavetto del cellulare nella presa vicino al divano. «Mi sa che il cavetto non funziona».

«Non è un’emergenza». Controllo che il maggior numero possibile di luci sia spento. Non ha mai capito quanto o perché è importante spegnere gli interruttori. Un giorno farà la conoscenza di un foglio di carta chiamato bolletta. «Hai domande?»

«Mi compri un cavetto nuovo?»

«No».

«Rompiscatole».

«Senti chi parla. Ci vediamo tra qualche ora».

L’ultima volta che ho chiesto a una donna di uscire con me, non avevo figli né la coscienza sporca. Se dopo qualche appuntamento la cosa finiva lì, non era poi una tragedia. Nessun rancore… avanti un’altra.

Ma le cose non sono più così semplici. Sono spaventato a morte per via di ciò che può saltar fuori da questa storia. E ho altrettanta paura che non ne salti fuori proprio niente.

Me la faccio con l’amica di mio figlio e, se lui lo scopre, mi odierà. E mi odierà anche se le spezzo il cuore. Eppure eccomi qui a un paio di metri dal suo appartamento, incapace di girare i tacchi e annullare tutto, prima che sia troppo tardi e qualcuno finisca per ferirsi o incazzarsi.

Ellen apre la porta. Mi soffermo qualche secondo ad ammirare lo spettacolo. Quanto cazzo mi piacciono quei capelli lunghi rossi e quegli occhi azzurri? Ma c’è una cosa che mi piace molto di più… è il modo in cui mi guarda. Come se avesse in mente di farmi un sacco di cose, ma non riuscisse a decidere da che parte cominciare.

«Lei, signore, mi deve una spiegazione».

«Ah, sì?».

Con un cenno del capo mi invita a entrare. Scuoto la testa.

«Pranzo e cinema».

«D’accordo. Ma devo prendere la giacca e la borsa». E ride.

«Ti aspetto qui. Mi sforzo di fare il gentiluomo».

Fa una smorfia. «Perché? I gentiluomini aspettano sul pianerottolo anche quando li si invita a entrare?»

«Al momento è l’unica alternativa per comportarmi come tale».

Batte le ciglia ancora qualche volta, in contemplazione.

«Ellen, sono due le cose: o prendi il cappotto e la borsa e ce ne andiamo a pranzo e poi al cinema, come ho detto a Harrison, oppure continui a fissarmi così e allora ci toccherà fare il mio gioco preferito».

Mi guarda negli occhi. «E qual è il tuo gioco preferito?»

«Si chiama Scopati Ellen».

Schiude le labbra, sgranando gli occhi, mentre un colorito roseo le invade le guance. Accosta la porta e un minuto dopo torna con la borsetta e il cappotto. «E allora pranzo e cinema sia». E sorride, chiudendo a chiave.

Lascio che si infili le chiavi in borsa e le prendo la mano. L’ultima volta in cui ho tenuto una donna per mano in pubblico la stavo accompagnando fuori da un ristorante. Dopo meno di mezz’ora esalava l’ultimo respiro intrappolata in un’auto rovesciata.

«Hai due macchine?». E mi squadra mentre apro la portiera della mia Jaguar Coupé nera.

«Sì».

Mi rivolge un sorriso birichino. Non so bene come interpretarlo.

Le prendo il viso tra le mani e mi chino. «Tu mi devi qualcosa», le sussurro accostando le labbra alle sue.



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